Tra le caratteristiche che un Terminal Operator deve avere per potersi definire ‘moderno’ ed allineato alle necessità del mercato attuale spicca il concetto di elasticità.
Si possono definire “elastici” quei modelli organizzativi capaci di ridurre ed espandere rapidamente le proprie possibilità operative per sincronizzarsi con lo stato effettivo della domanda di terminalizzazione: le variazioni stagionali, le oscillazioni del mercato, ma anche il mutamento repentino dei programmi a causa di svariati condizionamenti esogeni (incidenti|perturbazioni della circolazione|manutenzione delle rete|cause di forza maggiore|ecc.), comportano grandi diversità all’interno dei flussi di lavoro e delle relative finestre, che strutture e uomini dedicati devono sostenere.
Sempre più di frequente il team cui è affidato il planning si trova a dover misurare la propria abilità nell’adeguare la gestione delle operazioni per potenziare il servizio nei momenti di picco, privilegiando quindi in queste fasi la performance operativa e ad abbattere i costi nei momenti di calo della domanda.
La necessità di elasticità è dunque un elemento su cui fondare il proprio agire e noi ne abbiamo fatto un elemento distintivo.
Poiché la questione non è legata all’aspetto previsionale, ma allo sfruttamento di un flusso informativo che non può prescindere da una stretta interconnessione tra gli aspetti gestionali ed operativi di tutta la catena intermodale, è oltremodo importante creare una cultura della sincro-mobilità condivisa con tutti gli stakeholder.
Le attività di transhipment ed i costi a loro correlati, sempre di più in futuro dovranno assecondare le fluttuazioni della domanda al fine di evitare costose situazioni di overstock e di moltiplicazione di THC, garantendo la scalabilità di costi ed operazioni di gestione.