Riaprirà domani la linea ferroviaria adriatica dopo un intervento volto al potenziamento infrastrutturale e tecnologico tra San Vito Lanciano (PE) e San Severo (FG), sulla linea Pescara-Foggia.
Un intervento di manutenzione iniziato lo scorso 08 aprile che ha richiesto di imporre il divieto di circolazione ai cargo merci, cioè a tutti i servizi ferroviari per le merci originati o destinati da impianti di raccordo localizzati più a sud di Pescara.
Durante questa fase il gestore della rete RFI SpA, approfittando della chiusura, ha coinvolto varie squadre di lavoro per un totale di 250 addetti con cui sono stati eseguiti anche interventi idraulici propedeutici al raddoppio della tratta Termoli-Lesina, sulla linea Pescara-Bari, una delle infrastrutture strategiche di interesse nazionale che allo stato attuale rappresenta, essendo a singolo binario, un collo di bottiglia dell’intera Direttrice Adriatica.
Lavori indifferibili ed improcrastinabili il cui scopo sarà quello di agevolare lo sviluppo del traffico merci sull’intera direttrice con una riduzione dei costi di pedaggio ed industriali.
In questo periodo di forti condizionamenti esogeni, l’infrastruttura Interporto D’Abruzzo ha offerto servizi spot a molti operatori della catena intermodale confermando la sua universalità di accesso. È stato attivato un collegamento bisettimanale con il terminal di Torino del MTO SitRail, 5 round trip settimanali alternati tra lo scalo di Piacenza e quello di Segrate per l’operatore GTS nonché un servizio con 3 Round Trip con l’Interporto di Padova, quest’ultimo esercito da CFI Intermodal.
Ma non solo, grazie ad un’apertura h24, il terminal operator Interporto Val Pescara srl si era offerto di terminalizzare giornalmente diverse coppie di treni a traccia continua per il trasporto di veicoli, per scoprire durante lo studio di prefattibilità che c’erano altri cantieri, sempre sulla dorsale adriatica ma più a nord, che ne impedivano l’attuazione.
Un piano straordinario, quello strutturato con piglio draconiano da IVP, che ha dato prova di come l’organizzazione sia in grado di adattarsi ad un incremento così considerevole del livello di produzione, garantendo un ottimale standard qualitativo di servizio.